Facebook di nuovo nella bufera: multata per 10 milioni di euro

Il colosso dei social network è stato recentemente sanzionato dall’AGCOM per non aver correttamente informato gli utenti consumatori delle finalità- anche commerciali- per le quali venivano impiegati i dati personali anche sensibili. Le informazioni fornite dal social network risultavano generiche ed incomplete non specificando in maniera chiara l’utilizzo dei dati necessario per la personalizzazione del servizio (con l’obiettivo di facilitare la socializzazione con altri utenti “consumatori”) e l’utilizzo dei dati per realizzare campagne pubblicitarie mirate.

Già immediatamente dopo l’entrata in vigore del GDPR venivano denunciate  a quattro diverse Autorità di controllo ( francese, belga, tedesca ed  austriaca) i comportamenti di  Google e Facebook le quali avrebbero  “ sollecitato” gli utenti al conferimento del consenso  “ condizionando” il funzionamento del servizio offerto e ciò in palese violazione dei principi fondamentali dettati dal GDPR che, come noto, impone che il consenso al trattamento dei dati sia libero, consapevole e non condizionato.

Facebook, non è nuova a tali forme di contestazioni, si pensi allo scandalo Cambridge Analytica.

Secondo quanto accertato  dall’Autorità garante per la concorrenza ed il mercato

Facebook induce ingannevolmente gli utenti consumatori a registrarsi nella piattaforma […], non informandoli adeguatamente e immediatamente, in fase di attivazione dell’account, dell’attività di raccolta, con intento commerciale, dei dati da loro forniti, e, più in generale, delle finalità remunerative che sottendono la fornitura del servizio di social network, enfatizzandone la sola gratuità”.

Da qui l’elevazione della multa milionaria per la presunta violazione delle disposizioni dettate dagli artt. 21,22,24 e 25  del Codice del Consumo.

La condotta del social network, così come quella degli altri giganti della rete, non ultimo Google cui si contesta di aver espressamente violato le disposizioni sul GDPR  provvedendo al  tracciamento dei movimenti di milioni di utenti senza averne l’esplicito consenso- è sempre sotto la lente di ingrandimento non solo degli specialisti del settore ma anche degli utenti.

Sarà l’effetto dell’informazione globale che ha  spalancato le porte alla commercializzazione dei dati personali definiti spesso come il “ nuovo petrolio” ma ha anche consentito a tutti, anche al semplice utente finale estraneo ai tecnicismi ed alle procedure, la possibilità di conoscere pienamente i propri diritti, di valutarne e segnalarne eventuali violazioni segnalandole alle autorità competenti proteggendosi così direttamente anche  contro i grandi colossi dell’economia contro i quali fin’ora non si aveva alcuna tutela.

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